E oggi vi porto nel mondo onirico di Mammabook ovvero Silvia.
Sono felice di parlare di lei perchè posso affermare che Silvia rispecchia, come persona, lo stile e l' eleganza di ciò che nasce dalle sue mani.
L'ho conosciuta e apprezzata tantissimo come creatrice e blogger e poi abbiamo cominciato a scambiarci impressioni e consigli e devo dire che per me è davvero uno specchio
importante.
Ma lascio la parola a lei:
Mi chiamo Silvia Paparella, ho trentun’anni e la mia vita è stata piuttosto nomade. Ho cambiato tante città e scuole seguendo la mia famiglia, e sposandomi non è cambiato molto. E chissà per quanto mi fermerò a Friburgo…
Ciao Silvia, tu sei una blogger di successo come hai cominciato e perché?
Verso la fine del 2010 sono passata quasi di colpo da un’intensa vita lavorativa a ritrovarmi a casa tutto il giorno con un bambino neonato. Mi ero appena trasferita nei dintorni di Bruxelles e non avevo amici vicino casa. Nello stesso momento, con l’arrivo di Facebook, hanno cominciato a svuotarsi i forum online a cui avevo dedicato gran parte del mio tempo libero fino a quel momento (è lì che ho imparato ad usare i programmi di grafica). Mammabook è nato senza ambizioni, per uscire dalla noia e dalla solitudine. È come se avessi creato un mondo...
Il tuo nick name è Mammabook. Ci vuoi spiegare come hai scelto questo nome?
Cercavo un titolo che rimanesse impresso in mente dal primo istante. Che fosse allo stesso tempo straniero ma italiano, che parlasse della mia vita di mamma ma mi lasciasse la possibilità di spaziare in altri campi, come un diario. Inoltre all’epoca non ero iscritta a Facebook, e il nome è in gran parte anche un modo di prendere in giro la società e me stessa, di non prendermi troppo sul serio.
Il tuo blog dà buone idee sia alla "mamma moderna" che abbia voglia davvero coinvolta nel gioco dei propri bambini, attenta all'ecologia e con un gusto raffinato per il fatto a mano, ma ritengo che sia anche una fonte di ispirazione per gli addetti ai lavori come insegnanti, educatori, animatori. Ti risulta?
Sì, mi arrivano spesso commenti positivi di persone che lavorano tutti i giorni con i bambini. Anche se scrivo più per divertimento che per insegnare qualcosa a qualcuno (nel mio primissimo post ho messo subito in chiaro che sono solo una mamma), ammetto che fanno piacere.
Mi colpisce molto la raccolta di riciclo creativo per i bambini, puoi spiegarci di che cosa si tratta e da cosa nasce questa idea?
Quando Mammabook ha compiuto un anno ho cercato un modo originale per festeggiare. Era il momento in cui cominciavano ad arrivare i Linky Party in Italia, e ho provato a far mia l’idea in modo non banale. Da allora ogni anno in primavera dedico due mesi completi al riciclo creativo per bambini raccogliendo e divulgando idee da tutti i blog italiani e invito ospiti per creare una grande rassegna virtuale. Per me il blog è un luogo di scambio, una finestra sul mondo che mi ha aiutato a crescere come persona, a evolvere come artista, e mi ha regalato delle belle amicizie. La raccolta è il momento in cui cerco con tutta me stessa di trasmettere questo messaggio, assieme con tante altre meravigliose blogger che non ringrazierò mai abbastanza.
Mammabook però non è solo un blog così come Silvia non è soltanto una blogger...
La maternità mi ha permesso di fermarmi, di guardare il mondo in modo diverso, di riconsiderare i miei limiti. In qualche modo, grazie al blog, mi sono ritrovata a compiere questo percorso ad alta voce, e così ho avuto la fortuna di poter ascoltare le impressioni delle persone che si confrontavano con i miei pensieri e le mie creazioni. Pian piano ho capito quali erano i miei punti forti, e riscoperto tante mie capacità che avevo sempre sottovalutato. Mammabook è stato un’incubatrice; da qualche mese poi sono uscita fuori dal guscio e ho deciso di affrontare il mondo dei social e del commercio online, perché voglio la conferma di essere sulla strada giusta, e perché lo ritengo necessario per migliorare.
Quali sono i materiali che preferisci usare per le tue creazioni?
Per le mie creazioni uso principalmente sassi, perché ogni pietra è diversa e questo basta a ispirarmi. A questo si aggiunge il disegno su carta, la calligrafia, l’uncinetto, il lavoro con il fimo, e persino le creazioni con il cartone delle uova (potete trovarle sul blog). Se è vero che dipingere pietre e disegnare sono le l’attività artistiche che mi definiscono di più, non credo che metterò mai via gli altri materiali. Cambiare materia è stimolante, mantiene viva la passione.
Le tue creazioni spaziano da oggetti e giochi per bambini a sassi dipinti a mano fino ad arrivare al disegno puro. Sto pensando alle "Damine sottili" dove appare l'anima creativa di Silvia, come definiresti la tua "personalità creativa"?
Una mia amica presentando le mie creazioni una volta le ha definite oniriche. Mi sembra un aggettivo bellissimo; non so se sia già veramente così ma in ogni caso mi piacerebbe andare in quella direzione. C’è di vero che ho poco del naturalista, e che non osservo mai un soggetto reale per copiarlo. È più facile che siano le linee di un sasso a raccontarmi com’è fatto un tetto...
Qual è il tuo rapporto con la pittura e la creatività in generale? Come si è sviluppata nella tua vita?
Tra le arti mi muovo in modo del tutto casuale, e l’unica forma d’arte che forse ho studiato per bene è la letteratura. Lascio che una cosa ispiri l’altra e mi venga incontro. Mi piacciono tantissime forme espressive, fumetto compreso, leggo di tutto, ascolto diversi generi musicali. Per il teatro poi lavoro come traduttrice, e così spesso mi ritrovo ‘intima’ con un testo che magari fino a un mese prima non conoscevo…
La tua città natale è Livorno, quindi sei una dei tanti italiani all'estero. Ti va di parlarci un po' della tua esperienza di trasferimento in Germania? Come viene vissuto lì il rapporto con il "fatto a mano"?
Livorno è stata per me una sorta di ‘base’ ma ho sempre vagato, per cui non sento il trasferimento in Germania come una cosa ‘altra’ rispetto a quella che è stata la mia vita fino ad ora. Per di più mi sono trasferita per amore e non per bisogno, e questo rende l’esperienza molto più piacevole…
Per quanto riguarda la cultura del fatto a mano, in Germania è decisamente molto più diffusa: mediamente i tedeschi comprano più handmade, rispettano chi lo produce, accettano di pagare il prezzo che merita. Mi auguro che l’Italia sia sulla stessa strada.
So che hai due bambini piccoli, come vivono questa mamma che fa nascere da un sasso una casetta di marzapane o da un cartone un magnifico giocattolo? Crederanno che tu sia magica!
I bambini dedicano un’attenzione speciale alle cose realizzate a mano, specialmente se le vedono nascere davanti ai loro occhi. Assistere alla magia però non basta, e bisogna che mi ritagli del tempo perché anche loro vogliono provare a essere dei piccoli stregoni... come dargli torto?
E adesso un po' di domande curiose:
C'è qualcosa che ti manca dell'Italia? (domanda classica, non poteva mancare!)
Il mare. Ovviamente è una risposta riduttiva, perché poi ogni volta che torno scopro che mi è mancato molto di più: una certa architettura, le insegne, le vecchiette nei vicoli con i vestiti a fiori, la facilità ad attaccar bottone, e ovviamente tantissimi sapori diversi…
Hai un luogo a Friburgo a cui sei particolarmente affezionata?
Non è molto che mi sono trasferita qui da Bonn, ma ho già capito che Friburgo è un posto unico al mondo e che ho davvero una bella fortuna a potere vivere qui. È una città verde, davvero a misura d’uomo e di bambino.
Un luogo a cui mi sono affezionata subito è un piccolo cimitero antico dove crescono tanti fiori: molti vanno lì per leggere o rilassarsi, i bambini per esplorare, e mi è capitato spesso di incontrare persone che si ritrovavano nel Friedhof per cantare insieme. Un luogo un po’ magico e per niente triste…
E in Italia?
A Livorno c’è una grande terrazza, la Terrazza Mascagni, che non appartiene a nessun palazzo e dà solo sul mare…
Una frase che ti rappresenta.
‘Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro.’ (René Magritte)
…e connessa a questa: ‘A volte la vita mi sembra solo una foresta di simboli impossibile da esplorare. Gli altri giorni vado a giocare a golf.’ (Snoopy)
Un libro importante:
Ho sempre letto molto perché ho viaggiato tanto e sono stata spesso sola. Scegliere un libro solo mi è impossibile. In questo contesto scelgo Le Città Invisibili di Italo Calvino, che ho menzionato di recente sul mio blog, per due motivi. Perché il racconto della città di Leonia, la città che ogni giorno si rinnova ed è circondata da mura di spazzatura, parla di noi. Credo fermamente che l’handmade possa aiutare a invertire la tendenza all’accumulo senza senso che ci rende tristi e finisce per ammalarci. E poi amo questo libro perché è difficile come una poesia, è matematico e onirico, e potrei dipingere centinaia di case solo ispirandomi ai mondi inesistenti di Calvino.
Un viaggio memorabile
Il nostro viaggio di nozze, rimandato per tre anni dalla nascita dei miei due bambini e dove alla fine abbiamo portato anche loro. Tre settimane a giro per gli Stati Uniti, da Houston a Las Vegas e ritorno lungo il confine con il Messico. Temevo che sarebbe stata dura con due bambini così piccoli, e invece non sono mai stata così bene in vita mia – dovessi scegliere dei giorni da rivivere, sarebbero quelli.
Il tuo piatto preferito
Non provo nemmeno a rispondere…
Il tuo colore preferito
Il rosso e il giallo, alternativamente.
Colore preferito da indossare
Il blu.
Un film che in qualche modo ha ispirato il tuo lavoro.
Due registi che mi hanno colpito moltissimo sono Emir Kusturika e Tim Burton. Dovendo scegliere solo un film, ne scelgo uno che mi ha regalato mio fratello. Ha detto di averlo visto al cinema e di aver pensato che era proprio il film per me: Big Fish.
Ciao Silvia, è stato molto bello sapere qualcosa in più di te e del tuo mondo, ora sono ancora più curiosa di prima!
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