Winétt de Rokha è lo pseudonimo per Luisa Anabalon Sanderson (Santiago 1894, Ibidem 1951). Non la conoscevo affatto e l'ho incontrata nelle mie ricerche sul Sogno che, come ormai saprete, è il mio argomento principe per l'anno 2022.
Lei è una poetessa cilena la cui figura è stata messa in ombra, come spesso è successo, anche se succede sempre meno, dal compagno di una vita, anche lui poeta, tal Pablo de Rokha. A questo proposito mi viene in mente Sylvia Plath che ha dovuto fare i conti con la fama del marito o Mary Shelley andando ancora più indietro nel tempo, ma torniamo a lei.
Ho deciso che fosse necessario dedicarle un post sul mio blog, per farla conoscere almeno a chi mi segue o a chi capiti qui anche solo per caso.
Cominciamo dall'inizio.
Winétt , anzi meglio, Luisa, a soli 21 anni pubblicò il suo primo libro di poesia "Quello che mi disse il silenzio" e continuò a scrivere pubblicando successivamente molte raccolte
di poesia. Ella era, come il suo compagno, una militante del partito comunista cileno. Nella sua opera si ritrovano temi sociali e rivendicazioni di un ruolo adeguato per le donne nella
società dell'epoca.
Oniromanzia, un libro di poesie sul sogno.
Nel 1943, all'alba di una nuova guerra mondiale, pubblica "Oniromanzia" una raccolta che contiene poesie che si rifanno al tema del sogno, al mito e alle fiabe per creare un codice femminile quasi oracolare, una voce poetica che si appropria dello spazio del sogno per affrontare la realtà di un mondo dominato dal potere maschile. Il fascismo stava infatti facendosi spazio in Europa.
Di Oniromanzia ho scelto un componimento poetico intitolato "Il sogno delle Alghe" e l'ho interpretato attraverso questa bambola artistica. Ho immaginato una donna-regina, nel silenzioso sciabordio del fondo del mare, racchiusa in questa pace liquida che assomiglia a un sogno o a una meditazione, ella può sfuggire alla brutalità e alla follia della superficie e farsi essa stessa sogno.
Credo che con i tempi che stiamo vivendo questo tema sia abbastanza sentito.
Ecco il testo della poesia.
Il sogno delle Alghe di Winétt de Rokha
nel mio ventaglio di corallo.
pettinano i loro capelli di alghe sottomarine con un pettinino di fumo,
inciso da un folletto giallo
che ha infilato, in ogni dente, un bacio dell’aurora.
alghe, scogli, gabbiani, faro, barche, spume e onde,
sovrane, femminili e infinite onde!
scritto in sette perle del colore di una favola blu,
quando le donne entrano nude nella seta dell’oceano.
Winétt de Rokha era sconosciuta anche per me. Quando ho letto la poesia, così evocativa e piena di immagini che si materializzavano nella mia mente, ho saputo che dovevo interpretarla con una bambola. Io però, non mi ero preoccupata di cercare sul web che aspetto avesse di Winétt de Rokha, questa curiosità mi è venuta solo dopo, quando ho presentato il lavoro finito e sono rimasta abbastanza impressionata perchè credo che il mio lavoro abbia in sè molto di lei.
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