È iniziato tutto con una bambola che feci per una mia amica, la mia amica del cuore. Chiamai questa bambola Pinuccia, era di pezza, con il volto disegnato a mano, i capelli di lana. Se ricordo bene aveva le trecce e un maglioncino fatto da me. Purtroppo di lei non conservo nessuna foto.
Portai questa bambola con me a teatro, gli amici mi fecero molti complimenti, ci fu chi mi chiese di realizzarne una a pagamento. In quel momento non avevo intenzione di creare altre bambole, per me quello era un regalo. Passò un po' di tempo e, quasi per caso, feci un corso per il recupero della lana di pecora che qui in Appennino non viene più usata e spesso finisce in discarica. Subito riemerse la mia passione per realizzare dei piccoli esserini, le bambole, e questo fu il mio personalissimo modo di recuperare la lana.
L'architetto che era capo del progetto, poi, si innamorò della mia prima bambola in lana naturale, non aveva colori se non quelli del vello di pecora: bianco, marrone, grigio. Lei mi disse che era sicura che prima o poi quello sarebbe diventato il mio lavoro. Da lì è nata Pupillae, da quella prima bambola e dalla fiducia che alcune persone hanno riposto in me. Per questo ritengo che sia una storia d'amore. Per la prima volta ho sentito di fare qualcosa che mi piacesse, che mi rispecchiasse e ho cominciato a crederci. Devo ringraziare il mio compagno che da sempre mi sostiene e continua anche ora spronarmi a credere nel mio sogno.
Successivamente ho cominciato ad interessarmi alle paste e ho cominciato a lavorare col paper Clay e la pasta di legno. Proprio come in una storia d'amore a cui si tiene e che si vuole che continui sempre, ho cominciato a nutrire Pupillae con stimoli sempre nuovi, apprendimento di nuove tecniche, letture, cercando di assecondare la mia naturale curiosità e la voglia di imparare, facendo nuove esperienze.
Tutto mi riporta a lei e la nutre.
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