Fino al XII secolo la condanna dello svago e dei giocattoli fu forte da parte della Chiesa ma poi andò via via ammorbidendosi. Addirittura fino al periodo dei comuni si hanno delle leggi contro giochi e giocattoli che venivano però facilmente contravvenute. In particolare la bambola subiva una sorta di persecuzione per la valenza magica che le veniva attirbuita, questa persecuzione risultava, però, abbastanza inutile ed era anche abbastanza blanda in quanto la presenza di bambole era molto diffusa e radicata nella popolazione a molti livelli.
Nel quattrocento, a Firenze, ci troviamo di fronte a bambole riccamente vestite che venivano donate a giovani dame o bambine per "abituarle" al futuro proprio come alle future monache venivano regalate bambole vestite con l'abito da suora.
La bambola aveva ereditato fin da epoche precedenti (nel periodo dell'Impero romano era molto diffusa), una valenza quasi magica, di doppio dell'essere umano e quindi, secondo le credenze del tempo, dava un potere a chi aveva la possibilità di possederla e manipolarla; per questo venne ritenuta oggetto magico e strumento di streghe e maghi. Rendeva colui che la possedeva quasi simile a Dio, poteva persino divenire essa stessa un piccolo idolo.
Le bambole, come manufatti, relativamente al periodo del Medioevo, non si sono conservate in quantità perché fatte di materiali deperibili come stoffa e argilla. Nemmeno l'arte ne porta traccia, in quanto, in quel periodo, non trattava della vita di tutti i giorni ma si rivolgeva soprattutto al Sacro e al divino. È Peter Bruegel nel quadro "Giochi di bambini" il primo a raffigurare una scena di questo tipo, due donne nell'atto di costruire una bambola. Sono noti anche due autonomi presenti nel guardaroba mediceo non certo destinati a giochi infantili ma oggetti di intrattenimento per adulti.
Da qui la diffidenza della Chiesa. La Chiesa quindi, ne deduco, non riuscendo ad eliminare questo uso delle bambole che è presente fin da tempi antichissimi, lo fa suo attraverso il presepe. L'uomo in questo modo, può tenere tra le mani niente di meno che Dio stesso, vestirlo e proteggerlo, così si sviluppa il culto dei "bambini". La figura del bambin Gesù viene realizzata in marmo, in cartapesta, in terracotta, in cera, zucchero, pane ecc. La bambola, comunque resta un oggetto controverso può essere amata o può suscitare paura, può suscitare anche tenerezza. Per questa sua dualità conserverà sempre una componente magica e catartica.
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Fonti:
- Franco Cardini, Le bambole nel medioevo toscano.
- Wikipedia
- romanoimpero.com
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