Il posto in cui le galline impanate
vanno a farsi le uova della colazione,
friggendosi al sole le creste color pancetta
non c'è più.
Sai quel posto-
nel cespuglio di biancospino
accanto all'albero di acacia
accanto alla ferrovia.
Non ricordo queste cose,
-loro si ricordano di me,
non bambina o donna ma come loro ultimo pretesto
per restare, per non morire del tutto.
Vi ho già ampiamente parlato di Janet Frame in questo post. Ora vi propongo questa poesia delle 170 che scrisse in vita dove parla della casa vicino alla ferrovia dove ha vissuto la sua infanzia. Niccolò Lucarelli scrive "La sua poesia è avvolta in una triste bellezza che attraversa tutto lo spettro della composita realtà dell'esistenza umana. Poesia amara tra luci ed ombre."
Janet Frame fu membro onorario dal 1986 della American of Arts and Letters per la "potente indagine sulla coscienza umana e della sua collocazione nel mondo". La sua biografia 'Un angelo alla mia tavola', di cui Jane Campion ha realizzato la versione filmica, è considerata una delle migliori autobiografie del ventesimo secolo.
Un fotogramma del film 'Un angelo alla mia tavola' e due immagini della mia bambola ispirata a Janet Frame.
In questo momento abbiamo bisogno di tutta la sua sensibilità e fragile umanità. Io la sento sorella e l'idea che sia esistita o esistano donne così mi fa essere orgogliosa di appartenere al genere umano. Non potevo dedicarle una bambola.
Per gli iscritti alla mia news letter ci sarà una sorpresa e un prezzo riservato su questa bambola che amo molto.
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